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LA PROCESSIONARIA: RICONOSCERLA
Con l’avvento della primavera, finalmente, possiamo passare più tempo nei prati con i nostri animali. Conosciamo e riconosciamo però questo piccolo grande pericolo per gli animali, soprattutto per i cani: di piccole dimensioni, non più di 2-4 cm, bruno con innumerevoli peli su tutto il corpo. Essi non sono altro che una fase di crescita delle farfalle e in questa stagione capita sovente che questi passeggino tra l’erba per raggiungere alberi sui quali salire. Ovviamente, un cane che incontra una colonia di processionarie in movimento, sarà sicuramente interessato e sovente lecca o mastica questi bruchi. Le conseguenze sono gravissime. Questi animali hanno un effetto necrotizzante sulla mucosa buccale e sulla lingua. La sintomatologia di solito è evidente: l’animale piange, sbava, apre la bocca. L’effetto è doloroso e rapido. Può accompagnarsi da febbre e vomito. Se vi accorgete della presenza di processionarie e avete un cane che presenta questi sintomi per prima cosa lavate con abbondanti litri d’acqua la bocca dell’animale e immediatamente portate il vostro pet in una struttura organizzata. Dovrà sottoporsi a terapia antibiotica e antinfiammatoria molte volte endovenosa. A volte purtroppo è necessaria l’amputazione di porzioni di lingua. Quindi attenzione quando siete nei prati, soprattutto sotto pini e querce. Questi bruchi sono facilmente individuabili anche ai nostri occhi e magari un controllo in più potrebbe salvare la salute del vostro cane. Attenzione anche a voi stessi. Non toccate con le mani nude le processionarie: potreste avere spiacevoli eritemi che durano anche parecchi giorni.

DIAGNOSI PRECOCE DI DISPLASIA DI ANCA E GOMITO
Che cos’è?

La displasia dell’anca consiste in una malformazione dell’articolazione coxo-femorale (anca) mentre la displasia del gomito consiste in una mancata congruenza tra omero e radio/ulna. Sono patologie che si sviluppano durante la crescita del cane. L’anca è un’articolazione formata dalla testa del femore e dall’acetabolo; schematicamente, questa articolazione, può essere paragonata ad una sfera che ruota all’interno di una coppa. Nel cucciolo affetto da displasia, la mancata congruenza tra questi capi articolari e l’instabilità che ne deriva, provoca, con il passare del tempo, un’artrosi cronica progressiva e dolorosa, talvolta invalidante per il soggetto colpito.
Come si manifesta?
Le manifestazioni cliniche differiscono in relazione alla gravità della patologia. L’esordio è caratterizzato da zoppia di grado variabile a seconda del quadro clinico. Il cane zoppica perché si ha un attrito delle superfici articolari che causa dolore. Il problema si presenta maggiormente a freddo quando il cane inizia l’attività fisica, con il proseguire del movimento la zoppia migliora. Con il passare del tempo, aggravandosi la situazione generale, il cane zoppicherà sempre di più, i suoi movimenti diventeranno sempre più impacciati e macchinosi e i soli gesti di alzarsi e sdraiarsi gli richiederanno notevoli sforzi.
Come prevenire?
La displasia non è presente dalla nascita perché l’articolazione si conforma in modo anomalo durante il periodo della crescita. Mentre l’assenza della displasia può essere accertata solo dopo il completamento dello sviluppo scheletrico (un anno per la maggior parte delle razze e un anno e mezzo per quelle di taglia gigante), la presenza della displasia o dei segni che mostrano lo sviluppo della malattia stessa possono essere accertati già durante la crescita del cane. La displasia dell’anca può essere pertanto diagnosticata già nei primi mesi di vita del cane. Attorno ai tre mesi e mezzo appaiono le prime alterazioni articolari che consentono al medico veterinario di stabilire con una buona accuratezza l’eventuale tendenza del cucciolo a sviluppare una condizione patologica dell’anca. Nelle forme ancor più gravi, dove le teste femorali appaiono completamente lussate, la diagnosi può essere eseguita ancor prima. Di frequente i cani non vengono controllati precocemente solo perché figli di genitori non colpiti da displasia o perché non manifestano nessuna sintomatologia evidente. Molto raramente il cucciolo all’età di 3-4 mesi manifesta dei sintomi clinici riferibili a displasia, anche se gravemente affetto, sia per il peso corporeo ancora ridotto, sia per la capacità della cartilagine articolare di sopportare gli insulti iniziali. Il fatto di discendere da genitori sani non garantisce al cucciolo di esserlo a sua volta, per la complessità della trasmissione poligenetica. Tutti i cuccioli appartenenti ad una razza a rischio, quindi, andrebbero controllati molto precocemente in modo da poter verificare un’eventuale loro tendenza alla displasia e provvedere a limitarne lo sviluppo. Le razze a maggior rischio di displasia dell’anca sono quelle di taglia grande e gigante tra le quali segnaliamo, per incidenza e per diffusione della razza nel nostro paese, il Pastore Tedesco, i Retrievers, il Rottweiler, il Dogue de Bordeaux, il Cane Corso, il Boxer e in generale tutti i molossoidi e le razze giganti. I più colpiti da displasia del gomito sono senza dubbio i Golden Retrievers, i Labrador e i loro incroci. La valutazione precoce dell’articolazione coxofemorale e del gomito consiste in un esame ortopedico dettagliato, comprendente una valutazione clinica mediante palpazione e uno screening radiografico statico e dinamico finalizzati ad individuare, già in tenera età, i segni iniziali della malattia. Per eseguire la valutazione è sufficiente una leggera sedazione che impedisca al cucciolo di opporre resistenza alle manualità dell’operatore.

LE PATOLOGIE DEL GATTO ANZIANO
Molte volte, specialmente nei gatti anziani, è difficile distinguere normali cambiamenti di abitudini da iniziali segni di patologia. Le malattie croniche e degenerative come l’Insufficienza Renale (in tutti i gatti) o le Cardiomiopatie (soprattutto nei gatti di razza nordica e nei persiani), infatti, hanno evoluzione molto lenta permettendo così all’animale di adattarsi e non mostrare segni di sofferenza apparente. Questo, purtroppo, fino ad un certo punto quando gli equilibri fisiologici vengono persi mostrando i primi segni come vomito, inappetenza, svogliatezza… Queste patologie però possono essere individuate precocemente e tamponate ancor prima dell’inizio dei sintomi. L’insufficienza renale cronica è una patologia molto comune per tutti i  gatti anziani. Consiste in una degenerazione irreversibile dei nefroni, ovvero le unità funzionali del rene deputate alla filtrazione del plasma, al riassorbimento delle sostanze utili e alla formazione dell’ultrafiltrato, l’urina. La causa di insufficienza renale cronica molte volte non è specifica ma deriva da un insieme di processi patologici cronici e asintomatici come ad esempio infezioni batteriche, tossine presenti nell’organismo, infiammazioni fino a più gravi processi tumorali o lievi malformazioni di origine ereditaria. Le cardiomiopatie feline invece sono maggiormente descritte nei gatti di razza nordica, nei Maine Coon e  nei Persiani, ma possono presentarsi in qualsiasi soggetto. Sono caratterizzate da anomalie di sviluppo del muscolo cardiaco:
cardiomiopatia ipertrofica (HCM): caratterizzata da ipertrofia concentrica del miocardio con conseguente deficit diastolico
cardiomiopatia restrittiva (RCM): caratterizzata da una importante dilatazione dell’atrio
cardiomiopatia dilatativa (DCM): caratterizzata a dilatazione del ventricolo sinistro con conseguente drammatica dilatazione dell’atrio sinistro
houseVet punta molto sulla prevenzione. Per questo propone pacchetti di indagini preventive finalizzate al controllo dell’Insufficienza Renale Cronica e delle Cardiomiopatie Feline.

PREVENZIONE ONCOLOGICA
Anche i nostri cani e gatti, purtroppo, possono contrarre malattie neoplastiche. Oltre ai fattori genetici, come per l’uomo, polveri sottili, radiazioni, fumo passivo, inquinanti vari e virus sono le principali cause responsabili di formazione di un tumore. Fortunatamente si possono in parte curare, grazie ai progressi della medicina veterinaria, ma la cosa più importante è diagnosticarli precocemente. Per prevenire bisogna conoscere cause e manifestazioni cliniche. Si deve sottoporre l’animale a periodici controlli medici, soprattutto dopo una certa età, e fare un check-up completo una volta l’anno dopo i cinque anni, con una visita clinica approfondita, esami del sangue e delle urine, radiografie toraciche e addominali e ecografie addominali. Bisogna anche tenere sotto controllo il peso. La diagnosi di neoplasie negli animali domestici è sempre più allarmante. Questa constatazione è dovuta sicuramente ai mezzi diagnostici sempre più sofisticati che le strutture veterinarie adottano per eseguire corretti screening. Questi hanno permesso di poter attuare protocolli terapeutici, sia chirurgici che chemioterapici che hanno portato nella maggior parte dei casi alla risoluzione completa della patologia. Naturalmente la precocità dell’intervento medico è di capitale importanza per il successo. Da una prima indagine epidemiologica è emerso che i tumori del fegato e della milza per esempio hanno una incidenza molto alta. Questi hanno uno sviluppo molto rapido che comporta la deformazione dell’organo, la disfunzione, l’alterazione dei rapporti con altri organi e tessuti circostanti, la rottura. La rottura della milza o del fegato comporta una seria emorragia interna, con conseguente shock circolatorio improvviso e morte del paziente entro poche ore. L’unica opportunità che abbiamo per sconfiggere questa grave malattia è poterla diagnosticare precocemente per evitare che questa possa diffondersi ad altri organi. Gli animali più colpiti sono i cani oltre i 5 anni di vita con particolare incidenza nei boxer, labrador, golden retriever, pastori tedeschi, setter, cocker.

PREVENIRE È VIVERE
La diagnosi precoce di queste patologie passa attraverso alcuni semplici esami.
Noi consigliamo uno screening completo per la PREVENZIONE ONCOLOGICA, ovvero:
– visita approfondita
– esame del sangue (parametri biochimici, emocromo)
– ecografia addominale
– radiografia toracica

AVVELENAMENTI DA RODENTICIDI
I rodenticidi sono sostanze comunemente usate per la lotta alle infestazioni da ratti. Questi veleni possono essere trovati per strada, in apposite scatole chiuse, ma possono venire anche usati artigianalmente e sostare per lunghi periodi in cantine dismesse, giardini o case di campagna. L’azione comune di tutti i rodenticidi è quella di antagonizzare la Vitamina K, fondamentale per la coagulazione del sangue. Questo comporta, in caso di ingestione, la mancata capacità a creare coaguli anche di fronte a danni di lieve entità: così un piccolo taglio può sfociare in emorragia profusa. Contemporaneamente si può trovare sangue nelle feci, nelle urine fino ad arrivare ad emorragie interne di grave entità. Il padrone di solito osserva un abbattimento progressivo del proprio animale, con mancata voglia di uscire, spesso associata a tosse o respiro affannoso. L’azione dei rodenticidi è subdola: essi infatti, nella maggior parte dei casi, espletano la loro azione giorni dopo l’ingestione (fino a 15!) rendendo così difficile la ricostruzione degli avvenimenti da parte del proprietario. L’animale va immediatamente stabilizzato e ricoverato dove seguirà un protocollo di terapia intensiva a base di Vitamina K. In alcuni casi è vivamente consigliata la trasfusione per assicurare al paziente nuove risorse di fattori della coagulazione. La prognosi è estremamente variabile e condizionata dallo stato di salute dell’animale al momento del ricovero. Possono volerci fino a 4 settimane di terapia intensiva nei casi più gravi, ma solitamente le prime 48 ore sono fondamentali; la nuova Vitamina K, infatti, comincia a dare il suo contributo dopo 12/24 ore dalla somministrazione.

VOGLIO ANDARE IN VACANZA CON IL MIO ANIMALE! COSA DEVO FARE?
È giusto condividere le vacanze col proprio pet, ma esistono piccole e semplici regole da rispettare:
Se si viaggia in territorio italiano potete stare tranquilli. Dal 2013 non è più obbligatorio vaccinare contro la rabbia neanche per le regioni del Nord Est. Bisogna solamente portare attenzione se si viaggia in traghetto o in aereo: ogni compagnia ha diverse esigenze, pertanto è opportuno chiamare e informarsi direttamente presso gli uffici di competenza.

Se si vuole andare all’estero è OBBLIGATORIO vaccinare almeno UN MESE prima della partenza il proprio animale. Questo vuol dire che il proprio animale, gatto compreso, deve essere correttamente registrato presso la ASL di competenza (prassi obbligatoria per i cani) con un microchip. La ASL rilascerà il passaporto dell’animale dove verrà convalidato il vaccino antirabico eseguito dal proprio veterinario. Questa prassi deve essere compiuta un mese prima della partenza. Il giorno prima della partenza il vostro veterinario dovrà rilasciarvi un certificato di buona salute dell’animale.
Alcuni paesi richiedono anche i trattamenti antiparassitari registrati sul passaporto.
ATTENZIONE!! Esistono paesi che richiedono di più di una normale vaccinazione: richiedono la titolazione anticorpale la quale necessita di alcuni mesi per essere eseguita.. Tra questi vi ricordiamo l’Inghilterra, la Finlandia, il Brasile, gli Stati Uniti o l’Australia dove in molti casi è richiesta la quarantena del proprio animale.
È fondamentale in ogni caso informarsi per tempo telefonando alle ambasciate del paese dove volete recarvi o chiedere al vostro veterinario di fiducia.

LEISHMANIA: PROTEGGIMI NEL MODO GIUSTO
La leishmaniosi è una malattia a carattere cronico e quindi, molto spesso, per anni asintomatica. E’ causata dal parassita Leishmania Infantum trasmesso dalla puntura di piccoli insetti, i flebotomi (pappataci), che in Italia sono generalmente attivi da aprile ad ottobre. Fino a qualche anno fa, la malattia era presente solo al centro e sud Italia soprattutto nelle zone costiere, ma da una decina d’anni i casi sono pericolosamente aumentati anche in molte aree del nord Italia, rendendo praticamente impossibile una suddivisione geografica della malattia. È una malattia a carattere cronico, la maggior parte delle volte con una sintomatologia assolutamente aspecifica: abbattimento, opacità del pelo, perdita ematica dal naso, crescita abnorme delle unghie, alterazioni oculari e perioculari sono solamente alcuni di questi sintomi. Per questo è fondamentale sottoporre l’animale a test annuale in modo da poter rilevare la malattia nella sua fase latente e non quando l’organismo risulta essere già troppo debilitato per per poter fronteggiare la patologia. La Leishmania, purtroppo, non è del tutto curabile: il parassita resterà sempre all’interno dell’organismo del proprio ospite ma, fortunatamente, esistono terapie specifiche e aspecifiche per garantire al cane un’ottima qualità della vita. Da un paio d’anni è in commercio un vaccino contro la Leishmania ma ancora non ha un’affidabilità tale da rendere immuni gli animali. La miglior prevenzione consiste nell’applicare prodotti antiparassitari e repellenti al proprio animale ed eseguire il test annualmente.

PREVENZIONE DENTALE: COS’È LA MALATTIA PARODONTALE
Con il termine generico di malattia parodontale, o parodontopatia, si definiscono sia la gengivite, che è un’infiammazione localizzata alle gengive, sia la parodontite, che interessa il dente e tutte le sue strutture di supporto. La causa principale è la placca, una sostanza grigio-giallastra costituita da batteri che si depositano sui denti, sulla gengiva e sul solco gengivale. Con il tempo va incontro a un processo di mineralizzazione e si trasforma in tartaro, molto più difficile da rimuovere. Fattori favorenti sono: qualità e composizione della saliva, malocclusioni, persistenza di denti decidui, forme infiammatorie del cavo orale, alimentazione, età, disfunzioni ormonali. Con l’avanzare della patologia si manifestano retrazione gengivale e formazione di tasche, fino ad arrivare al riassorbimento dell’osso alveolare con mobilità e perdita dei denti. Inoltre i batteri presenti nella placca possono raggiungere, attraverso il sangue, altri organi come il cuore, i reni e il fegato, determinando patologie complesse.
principali segni clinici
Alito cattivo, diminuzione dell’appetito specie per cibi duri, sanguinamento gengivale, dolore durante la masticazione; nei casi più gravi: gonfiori, scolo nasale, fistola oro-nasale.
soggetti a rischio
La malattia periodontale colpisce l’80% dei cani ed è largamente diffusa anche nella popolazione felina. Esiste una predisposizione individuale a sviluppare la malattia, ma è anche riconosciuta una
predisposizione di razza e di taglia. Infatti le razze toy (Bassotti, Yorkshire terriers, Maltesi e Barboncini) sono colpite più precocemente e gravemente, così come i soggetti brachicefali (Carlini e Bulldog francese). prevenzione dentale
Prevenire la malattia periodontale significa prevenire la formazione di placca e eliminare il deposito presente sui denti. Se il tartaro può essere eliminato solo mediante detartrasi (pulizia dei denti tramite ablatore ad ultrasuoni, eseguita in anestesia generale), la placca può essere rimossa utilizzando lo spazzolino da denti. È quindi molto importante istituire un piano di igiene orale domiciliare appropriato, anche in seguito all’intervento del veterinario per mantenere i risultati della detartrasi. La spazzolatura deve essere fatta ogni giorno dopo l’ultimo pasto, impiegando gel dentari con sostanze ad azione antibatterica (clorexidina).

Se desideri maggiori informazioni non esitare a chiamare in Clinica (010593949) e fissare un appuntamento per il tuo amico.